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L’uomo che amava i libri” Il racconto dolce-amaro di un bibliotecario in pensione. Patrick Dewitt ha scelto di raccontare il momento in cui la vita del suo protagonista imbocca una nuova e vera svolta.

 

Mi faccio ladro per un rubare una frase a Marcel Proust: “Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sè stesso”, questo vorrei dire a chi ama leggere.

Ci rende liberi, ci rende vivi, ci dona capacità di vedere e osservare il poetico in tutto ciò che ci circonda, e così ci fa apprezzare ancora di più la vita, anche con tutte le sue sfaccettature buone e cattive.

Leggere è una magia e ci fa sentire uniti, ci fa sentire una parte di un tutto, per trasformarci. Leggere diventa un generatore automatico di continua ricerca di sé stessi, proprio come Bob Comet, il protagonista “L’uomo che amava i libri” romanzo Patrick Dewitt, edito da Neri Pozza.

 

Patrick Dewitt

La storia di un bibliotecario in pensione che non ha amici, a cui non squilla mai il telefono, e se qualcuno bussa alla sua porta, di sicuro è per vendergli qualcosa.  Un uomo che in quasi tutte le stanze della sua casa ci sono scaffali zeppi di volumi, oppure nei corridoi ordinate torri di libri, e ovunque romanzi ammassati.

Eppure in questa cosiddetta vita ordinaria in modo tutto inatteso la lettura diventa terapia, vento e terra, per riconciliarsi con il suo passato e, forse, affrontare la feroce nostalgia per un amore perduto.

Un qualcosa di meraviglioso che in un attimo eterno ti trafigge per sottrarsi all’ostinata solitudine di decenni.

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La scrittura di Patrick Dewitt è profondamente nostra. Leggerla diventa una necessità per chi è sintonizzato su quelle stesse frequenze, una necessità, che cresce sempre di più grazie a una sana fiamma che arde dall’interno del proprio essere.

Le parole scritte nero su bianco da Patrick Dewitt, immerse in una pagina vuota, diventano molteplici forme di amore che abbiamo vissuto o che dobbiamo ancora vivere. Di quell’amore che, in tanti, abbiamo provato a rendere parole o versi da proferire alle persone che hanno fatto sussultare il nostro cuore.

Un romanzo sull’amore visto dai cento diversi punti di vista, racchiusi nei piccoli piaceri come ci descrive Bob Comet nel suo quotidiano o nelle sue rinunce all’idea di conoscere il prossimo, o di lasciarsi conoscere.

In un mondo frenetico spesso la cosa migliore di fare è fermarsi, fare un respiro liberatorio e guardare quanta poesia c’è intorno a noi.

Solo leggendo libri ci risentiamo vivi e curiosi. Unico modo di stare al mondo in questo momento di incertezza. Grazie Bob per averci dato questa occasione.

Di Alberto Corrado