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Appare d’improvviso, come un borgo antico uscito da una fiaba contadina, tra uliveti secolari, muretti a secco e l’azzurro abbagliante del cielo adriatico, a ridosso della costa di Savelletri di Fasano. Borgo Egnazia è una sorpresa per gli occhi e per il cuore, un luogo fuori dal tempo, dove ogni pietra, ogni arco, ogni finestra è il frutto di una visione precisa: quella di riportare in vita l’anima autentica della Puglia. Nato dalla visione di Aldo Melpignano, proprietario e managing director, che negli anni l’ha trasformato in un destination hotel, icona dell’ospitalità pugliese d’eccellenza in tutto il mondo, è una dichiarazione d’amore verso la terra che lo ospita.

Quest’anno Borgo compie 15 anni, tanto è cambiato, ma non quell’atmosfera sospesa tra sogno e memoria, tra design contemporaneo e tradizione rurale. Architettonicamente ispirato ai paesi pugliesi dell’entroterra, è stato costruito utilizzando materiali locali, dalla pietra calcarea al tufo chiaro che riflette la luce in modo quasi magico. I suoi vicoli sembrano scolpiti nella luce del Sud, le lanterne appese, le porte in legno sbiancato e le nicchie con i vasi colmi di fiori selvatici.

Nel circuito dei Leading Hotel of the World, è parte di Egnazia Ospitalità Italiana, gruppo di gestione alberghiera fondato da Aldo Melpignano con l’obiettivo di essere punto di riferimento degli imprenditori e delle realtà alberghiere che intendono lo sviluppo turistico come un’opportunità per valorizzare territori e tradizioni. È inoltre una delle strutture nostrane più premiate: tra i Top 10 European destinations, già nella classifica dei The World’s 50 Best Hotels, è recente il riconoscimento di Great Place to Work® per la capacità di creare un ambiente di lavoro positivo, inclusivo e motivante. E la cura che hanno i 720 collaboratori per i clienti (tanti repeaters) ne è la dimostrazione, al punto che qui il vero lusso è proprio l’attenzione: un sorriso spontaneo, un gesto premuroso, un profumo che ricorda l’infanzia.

(C) Jacob Sjöman. jacob@sjomanart.com

A rendere unico questo luogo è anche l’emozione che suscita. Passeggiare per il borgo, al tramonto, con il profumo del rosmarino nell’aria e il rumore ovattato delle cicale, è un’esperienza che riconnette all’essenziale. Ogni casa, ogni suite, ogni dimora, che siano nella zona della Corte, del Borgo o nelle Ville immerse nella campagna, è pensata per custodire il silenzio e il tempo lento. I colori sono quelli della terra e del mare: beige sabbia, grigi calcarei, bianchi accecanti. Nulla disturba, tutto accoglie. E poi quella luce che accarezza i muri, che filtra tra gli ulivi, che fa vibrare l’orizzonte di una malinconia dolce e ancestrale. È una luce che cura, che placa, che racconta. E forse è proprio questa la magia più grande di Borgo Egnazia: saper unire l’eleganza all’autenticità, il design alla poesia, elemento che lo ha reso meta prediletta di artisti, scrittori, registi, principi e celebrità internazionali. Ma qui, anche la fama si fa discreta, il lusso è sussurrato.

La cucina d’autore, la cucina del cuore

E poi c’è l’anima culinaria di Borgo Egnazia. Qui il cibo non è solo nutrimento, è racconto, identità, rito. In primis nel rispetto della natura, come al ristorante Due Camini, una stella Michelin, orchestrato dall’executive chef Domingo Schingaro, che oggi propone una cucina vegetale, ispirata alla biodiversità, ricercando varietà antiche e sostenendo un’agricoltura organica e responsabile. Fiori, radici, selvatico, asparago, cicoria, cavolfiore, verza, piselli. Il menu segue il ritmo delle stagioni e valorizza ogni ortaggio con tre piatti, pensati per esaltarne il sapore, con diverse cotture e consistenze, sottolineando il legame con il territorio.

Le osterie più informali del borgo, come La Frasca o Il Cortile, sanno trasmettere quel calore sincero che è proprio della tavola meridionale, mentre da A’ Pizzeri’, si gustano all’aperto pizze a base di ingredienti Slow Food del territorio e diversi tipi di impasto con lievito madre. È incorniciato dagli archi in tufo bianco e illuminato dal sole tutto il giorno Il Porticato, il ristorante affacciato sulle piscine de La Corte, che propone ricette tradizionali pugliesi in un menu che cambia giornalmente in base al pescato del giorno e alle verdure di stagione. Si pranza in riva al mare a Cala Masciola Ristorante, dove gustare in un ambiente luminoso, curato e appena rinnovato pesce di alta qualità appena pescato, da scegliere freschissimo al banco e assaporare cucinato a proprio gusto o “crudo”, come vuole la tradizione pugliese.

È un nuovo progetto la cantina, curata da Giuseppe Cupertino, wine experience manager: «È un progetto lungo 15 anni, durante i quali abbiamo collezionato il meglio della produzione locale, arrivando a circa 3.600 etichette, che includono anche vini di tutto il mondo», spiega. Non solo vino, ma anche olio e prodotti degli orti della proprietà: «Supportando i piccoli produttori locali e portando in tavola il meglio che offre questa terra, vogliamo essere portavoce della Puglia, promuovendo un turismo legato alla conoscenza dei prodotti locali». La cantina sarà aperta al pubblico, per degustazioni ed eventi privati, ma sarà soprattutto un luogo dove raccontare tutta la passione per il nettare degli dèi.

Vair Spa, il benessere che nasce dall’anima

Vair in dialetto pugliese significa “vero” ed è proprio così: la Vair Spa è un autentico santuario dell’anima, un laboratorio di benessere emozionale, in un angolo silenzioso di Borgo, protetta dalla pietra chiara e avvolta nel profumo delle erbe mediterranee. È qui che si compie un viaggio interiore, per curare corpo, spirito e mente e al contempo ritrovare una parte autentica di sé. Ogni trattamento viene personalizzato e costruito intorno alla persona, con rituali che si ispirano alla natura, alla filosofia del sud, alle tradizioni olistiche reinterpretate in chiave contemporanea.

Non c’è niente di predefinito, ma un incontro, un ascolto profondo, una cura su misura. La luce entra negli ambienti, è soffusa, come in una masseria antica, il silenzio veste l’ambiente, caldo ed essenziale. I toni sono neutri, materici: il bianco del calcare, il beige della sabbia, il legno chiaro. Ogni gesto, ogni momento invita a disconnettersi e tornare al ‘qui e ora’, a rilassarsi, a sentire il proprio respiro. Camminare scalzi sui pavimenti in pietra, ascoltare la voce sommessa del vento tra gli ulivi, immergersi in una piscina sotterranea scavata nella roccia. La filosofia di fondo è quella del “benessere vero”, quello che non si ferma alla superficie, ma entra in profondità, tocca le emozioni, le libera. Non si esce solo più rilassati, ma cambiati. Ci si riscopre, ci si emoziona.

In carta, i rituali si ispirano alla terra pugliese, come il Fùre, che utilizza olio d’oliva e movimenti profondi per sciogliere tensioni e far fluire energia. Altri, come Tarant, sono vere e proprie performance sensoriali che si rifanno alla tradizione della pizzica, trasformando l’antico rito di guarigione in un momento catartico. Uno dei percorsi più emblematici è Amano, che rievoca la cura antica delle mani delle nonne, fatte di impacchi, carezze e infusi di erbe. Oppure Rituale dell’Acqua, un’immersione quasi spirituale nella piscina ipogea, tra vapori, suoni ovattati e gesti che riportano al grembo materno. Vair Spa non è un luogo da visitare, è un’esperienza da attraversare. Un ritorno all’essenziale, alla verità del corpo, all’ascolto del cuore. In un mondo che corre, questa oasi insegna l’arte del rallentare, del sentire, del vivere con pienezza.

E poi ci sono le attività da fare direttamente all’aria aperta come Natura e Mindfullness, un momento di profonda riconnessione con sé stessi a contatto con la natura, per entrare in simbiosi con ogni suo elemento e risvegliare i sensi. In silenzio, circondati dai suoni della natura pugliese, una classe di mindfulness e slow walk tra gli ulivi permette di mettersi in ascolto dell’ambiente circostante e riscoprire la natura delle proprie emozioni. A queste si aggiungono tante attività e tour: dalla raccolta delle olive alle lezioni di cucina con le massaie, dalle passeggiate in bicicletta fino al mare alle escursioni tra i trulli di Alberobello o le scogliere di Polignano, tutte pensate per far sentire l’ospite parte viva di questa terra.

Le Feste del Borgo, lo spirito del luogo

Ma forse il sense of place si coglie ancor più in occasione delle Feste del Borgo, che tornano come ogni anno, da giugno a ottobre, con lo stesso spirito, alcuni temi ricorrono come riti attesi, ma ogni edizione è diversa: si evolve insieme a chi partecipa, cambia con le persone, con le storie e con l’energia che ognuno porta con sé. Ad ogni appuntamento partecipa anche l’Associazione Clara, presente con i suoi artigiani e i suoi artisti, custodi di saperi antichi e tradizioni locali che si tramandano con passione.

L’anteprima è stata il 10 maggio, per celebrare il compleanno della struttura, protagoniste le danze tipiche, perché la terra comunica attraverso il corpo, e la danza ne è la voce. Un linguaggio universale, evocativo e liberatorio. Una festa che rende omaggio ai ritmi ancestrali della Puglia: la pizzica, la taranta, la quadriglia, la danza delle spade e quella del corteggiamento. La danza sì, ma anche la cucina, la musica e il piacere di stare insieme: artigiani, cuochi e musicisti riportano in scena gesti, sapori e suoni della tradizione. Il primo di un ciclo di appuntamenti pensati per celebrare la Puglia attraverso ciò che la rende speciale ogni giorno, in un’atmosfera informale, coinvolgente e calorosa.

Il 7 giugno è stata la volta della Festa della Ciliegia: la Piazza del Borgo si è tinta del rosso caldo e intenso di questo frutto simbolo dell’estate, protagonista di ricette tradizionali e creazioni artigianali realizzate a mano. Un momento di allegria e spensieratezza, in cui dalle campagne limitrofe alle tavole imbandite a festa, la ciliegia diventa un invito a danzare, ridere, gustare e divertirsi. Tra le novità in calendario, il 12 luglio è attesa la Scamiciata, uno degli eventi più suggestivi della storia fasanese che prende vita tra i vicoli del Borgo, mentre il 26 luglio è in programma il Palio delle Botti, festa tipica di Gioia del Colle in cui squadre di bottai si sfidano spingendo botti lungo le strade del Borgo. Per una festa che sembra non finire mai.

di Elisabetta Canoro